Via Appia “Regina Viarum”

 

Data di presentazione: 01/06/2006

Categoria: culturale

Presentata da: Ministero della Cultura

Stato, Provincia o Regione: Regioni Lazio, Campania, Basilicata, Puglia – Province di Roma, Latina, Caserta, Benevento, Potenza, Matera, Taranto, Brindisi

Ref.. 349

 

La Via Appia è la prima e la più importante delle grandi strade costruite dagli antichi romani ed è, quindi, anche conosciuta come “Regina Viarum”. Fu edificato verso la fine del IV secolo a.C., nel 312, per garantire rapide e dirette comunicazioni tra Roma e Capua. Secondo lo storico romano Livio, fu costruita dal censore Appio Claudio Cieco e a lui intitolata. Il progetto rivela una concezione sorprendentemente moderna: aggirando tutti i centri intermedi, la strada punta dritta verso la sua meta. Eccezionali prodezze di ingegneria, ponti, viadotti, gallerie, assicuravano un corso incrollabilmente rettilineo, attraverso distese d’acqua, paludi e montagne; molte di queste opere sono praticabili fino ad oggi. La Via Appia fornisce anche testimonianze della rivoluzione nella costruzione di strade operata dai romani. I romani concepirono specifici fondi stradali, per la stabilità e il drenaggio, che furono pavimentati con lastre aderenti di basalto rivestito, garantendo così la viabilità in ogni condizione atmosferica. Ciò ha permesso loro di costruire una vasta rete di strade statali che è rimasta intatta per secoli ed è ancora la spina dorsale della viabilità di tutti i paesi dell’area mediterranea. Anche lo status giuridico di queste strade è veramente innovativo: a differenza delle strade precedenti, il sistema viario non era riservato al viaggio dei re o dei loro eserciti, era un sistema pubblico, gratuito, destinato al servizio della popolazione rurale e urbana. Tutte le strade avevano marciapiedi e pietre miliari che indicavano le principali distanze e per facilitare ulteriormente gli spostamenti, c’erano stazioni di posta a intervalli regolari che fornivano cambio di cavalli e alloggio. Questo efficiente sistema viario era utilizzato dal cursus publicus, il servizio postale romano, per il recapito della posta in tutte le province dell’Impero e, soprattutto, per lo scambio di messaggi tra le province e la capitale dell’Impero. La Via Appia fu più volte ampliata, poiché l’Impero conquistò il sud d’Italia; prima fino a Benevento, subito dopo il 268 a.C., poi attraverso gli Appennini fino a Venosa e ancora fino a Taranto. Infine, nel II secolo a.C., raggiunse Brindisi, porto principale per le navi dirette verso la Grecia e l’Oriente. Nel corso degli anni l’originario corso da Benevento a Brindisi fu progressivamente sostituito da un percorso più breve e agevole attraverso la Puglia fino a quando, all’inizio del II secolo d.C., l’imperatore Traiano ne fece un vero e proprio itinerario alternativo e gli diede la sua nome. La nuova Via Appia Traiana permetteva ai viaggiatori di recarsi da Roma a Brindisi in 13-14 giorni percorrendo un totale di 365 miglia, poco meno di 540 km.

Confronto con altre proprietà simili La via Appia prevale su tutte le altre vie publicae romane per il suo ottimo stato di conservazione: l’intero corso, sia il primo tracciato che il percorso alternativo voluto da Traiano, sono chiaramente individuabili, così come gli innumerevoli monumenti e complessi che furono costruiti, in nel corso di diversi secoli, lungo la strada stessa. La Via Appia, inoltre, svolge un ruolo unico nel quadro della viabilità romana in quanto ha indotto lo sviluppo di siti, idee, opere, testimonianze e memorie che, nel corso di oltre 2300 anni di storia, hanno formato un complesso ambiente culturale, universalmente riconosciuti come tali da scrittori, pittori, poeti e viaggiatori europei e americani che furono innegabilmente segnati dalla Via Appia e dalle aree del territorio limitrofe.

Nel  maggio 2022, il Ministero della Cultura ha avviato l’iter di candidatura della Via Appia Antica, nel percorso integrale da Roma a Brindisi e comprensivo della variante traianea, per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco.

 

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https://whc.unesco.org/en/tentativelists/349/

MIC – Appia Antica: Franceschini, al via la procedura per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio dell’Umanità