Faggete Vetuste di Soriano nel Cimino e Oriolo Romano (VT)

 

 

Il sito seriale transnazionale delle “Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa” è composto da 94 parti in 18 paesi europei: Albania, Austria, Belgio, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Francia, Germania, Italia, Macedonia del Nord, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svizzera, Ucraina. A livello globale è l’unico sito di questo tipo che collega così tante componenti e attualmente rappresenta il sito seriale con la proprietà più vasta.

Il sito transnazionale è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità nel 2007 e si è arricchito di nuove aree nel corso degli anni.

Complessivamente il sito rappresenta uno straordinario esempio di foreste non disturbate dall’antropizzazione che si sono sviluppate dopo la fine dell’ultima era glaciale, partendo da poche aree isolate nelle Alpi, Carpazi e Pirenei, in un periodo di poche centinaia di anni con un processo che è ancora in corso. L’espansione in un intero continente è stata resa possibile grazie alla adattabilità del faggio e alla sua tolleranza delle diverse condizioni climatiche, geografiche e fisiche, che gli consente di affermarsi un po’ ovunque: dai terreni ricchi di calcare a quelli sabbiosi poveri di nutrienti, dalla montagna alla pianura, da condizioni più umide a quelle più aride.

Le faggete italiane inserite nel sito transnazionale si trovano nelle seguenti località:

-Valle Cervara, Selva Moricento, Coppo del Morto, Coppo del Principe, Val Fondillo, Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise

-Cozzo Ferriero (Potenza) e Pollinello (Cosenza), Parco Nazionale del Pollino

-Falascone e Pavari-Sfilzi, Foresta Umbra, Parco Nazionale del Gargano

-Monte Cimino (Soriano nel Cimino, Viterbo)

-Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo)

-Sasso Fratino, Parco nazionale delle Foreste Casentinesi

-Valle Infernale, Parco Nazionale dell’Aspromonte

Il criterio sulla base del quale le aree sono state iscritte nella lista del Patrimonio Mondiale si basa sul fatto che queste faggete vetuste sono indispensabili per comprendere la storia e l’evoluzione del faggio, che si è diffuso in tutte le altitudini, dalle zone costiere alle montagne, partendo dalle originarie aree glaciali dell’Europa sud orientale ed espandendosi verso l’Europa nord occidentale. La loro importanza ecologica è dunque estremamente significativa e la loro espansione in aree estensive dell’Europa, un processo ancora in corso, è una testimonianza vivente dell’adattabilità genetica del faggio.

 

Descrizione del sito:

Le aree del sito transnazionale presenti nel Lazio sono due: Monte Cimino (Soriano nel Cimino, Viterbo) e Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo)

 

 

Monte Cimino (Soriano nel Cimino, Viterbo):

 

Il Monte Cimino si trova in un territorio profondamente plasmato dall’intensa attività vulcanica esplosiva, avvenuta migliaia di anni fa nella provincia di Viterbo. Più precisamente, la geologia dei Monti Cimini ha un’età compresa tra 1,35 milioni e 800.000 anni fa. Durante questo intervallo di tempo, la risalita di magmi viscosi acidi lungo la frattura ha originato più di 50 rilievi collinari intorno al rilievo principale, ovvero il Monte Cimino (1.053 m).

Dalla sommità del monte si gode la vista sulla valle del Tevere e sui vicini borghi di Soriano nel Cimino, Vitorchiano, Bomarzo, Montefiascone e Bassano in Teverina.

La testimonianza dell’intensa attività vulcanica di questa zona è inoltre testimoniata dalla presenza in tutto il territorio di formazioni rocciose e blocchi sparsi che possono raggiungere volumi di decine di metri cubi. In particolare, sulla vetta del Monte Cimino si scorge un grande masso di circa 250 tonnellate, anche conosciuto come sasso “menicante” o sasso “naticarello”, già noto al tempo dei Romani, il cui nome è legato alla particolare posizione, sospeso in equilibrio su una sporgenza del terreno.

La faggeta del monte Cimino si estende per circa 58 ha. ad un’altitudine compresa tra i 925 ed i 1053 m s.l.m. e rappresenta una delle più maestose e imponenti testimonianze dell’Italia Centrale, annoverando alcuni tra gli esemplari di faggio più alti di Europa.

Nell’area è presente anche una stazione meteorologica, attiva dal 2011 e ripristinata nel 2018, che rileva quotidianamente i parametri meteorologici.

L’ area è dotata di un parcheggio a ca. 970 m s.l.m. da cui è possibile esplorare la faggeta.

Il 2 febbraio 2015 la faggeta è stata proposta, dalla delegazione permanente italiana presso l’UNESCO, nella tentative list per l’inclusione tra i siti del Patrimonio Mondiale Naturale secondo il criterio di selezione (IX): “per essere un esempio eccezionale di significativo corso dei processi ecologici e biologici nell’evoluzione e lo sviluppo degli ecosistemi terrestri, di acqua dolce, costieri e marini e le comunità di piante e animali marini”.

Il 7 luglio 2017 il World Heritage Committee, riunito a Cracovia, ha riconosciuto la faggeta di Monte Cimino come sito UNESCO Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità inserendola nella Unesco’s World Heritage List (ID. 1133ter-047) ed in particolare all’interno del sito transnazionale “Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”.

Il comprensorio del Monte Cimino, identificato con il nome “Monte Cimino (versante nord)”, è stato riconosciuto come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) e Zona di Protezione Speciale (ZPS), compresi nella rete ecologica europea di siti di interesse comunitario denominata “Rete Natura 2000”, con il fine di proteggere il biotopo di notevole interesse fitogeografico, naturalistico e storico-monumentale presente in quest’area.

 

 

Monte Raschio (Oriolo Romano, Viterbo)

 

Monte Raschio (552 m. s.l.m.) è un monte appartenente al gruppo montuoso dei monti Sabatini ed è costituito da coni di scorie, in particolare di tufo e pozzolana, risultato finale dell’attività eruttiva dell’antico vulcano Sabatino, entrato in attività circa 600.000 anni fa ed esaurito intorno ai 40.000 anni fa.

Il Monte è compreso all’interno del Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano e si trova nel territorio del comune di Oriolo Romano (VT).

Il complesso forestale di proprietà demaniale si estende per ca. 150 ha.

Il territorio del complesso forestale di faggi è inserito in due aree protette:

-il SIC IT6010034 (sito di interesse comunitario o sito di importanza comunitaria) “Faggete di monte Raschio e Oriolo” si estende per 712 ha. nei comuni di Oriolo Romano e Bassano Romano.

– la Faggeta vetusta depressa di Monte Raschio: sito UNESCO patrimonio naturale dell’umanità, con un’estensione di   74 ha.

La faggeta vetusta depressa di Monte Raschio è una faggeta termofila ed un importante sito forestale mesofilo. La sua caratteristica peculiare consiste nel particolare microclima fresco e umido, generato dalle elevate precipitazioni meteoriche e dalle correnti umide provenienti dal vicino lago di Bracciano, grazie al quale essa si sviluppa ad un’altitudine compresa tra i 440 e i 552 m s.l.m., molto inferiore rispetto alle faggete degli Appennini che crescono oltre i 900 m s.l.m. Si tratta di una faggeta relitta sopravvissuta al termine dell’ultima glaciazione del Quaternario che grazie al microclima si è adattata al nuovo clima mediterraneo.

L’abbondanza di acqua nella faggeta è testimoniata già in età romana nella realizzazione di sette bottini (Condotti o serbatoi per la depurazione delle acque lungo gli acquedotti) per alimentare l’acquedotto Traiano-Paolo.

Tra i numerosi faggi secolari presenti nella faggeta va citato il cosiddetto “Faggio del piccione” che cresce nelle vicinanze della vetta di Monte Raschio, il cui nome deriva dall’utilizzo dell’albero fatto dagli Altieri  che vi avevano posto il richiamo per i piccioni.

Ad ottobre del 1999 le faggete di Oriolo Romano e Bassano Romano, foresta di 712 ha, furono riconosciute SIC IT6010034 (sito di interesse comunitario o sito di importanza comunitaria).

A novembre, con l’istituzione del Parco naturale regionale di Bracciano-Martignano, il SIC e il complesso demaniale di Monte Raschio entrano a far parte dell’area protetta.

Il 2 febbraio 2015 il SIC fu proposto, dalla delegazione permanente italiana presso l’UNESCO, nella tentative list per l’inclusione tra i siti Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità  secondo il criterio di selezione (IX): “per essere un esempio eccezionale di significativo corso dei processi ecologici e biologici nell’evoluzione e lo sviluppo degli ecosistemi terrestri, di acqua dolce, costieri e marini e le comunità di piante e animali marini”.

Nel dicembre 2016 il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare ha riconosciuto il SIC come Zona Speciale di Conservazione (ZSC).

Il 7 luglio 2017 il World Heritage Committee, riunito a Cracovia, ha riconosciuto la faggeta depressa vetusta di Monte Raschio come sito UNESCO Patrimonio Mondiale Naturale dell’Umanità inserendola nella UNESCO’s World Heritage List all’interno del sito seriale “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa”. Dal riconoscimento venne esclusa l’area SIC della faggeta di monte Termine, compresa nel comune di Bassano Romano.

Secondo uno studio per il monitoraggio e la conservazione delle faggete UNESCO iniziato nel 2019 grazie ad un finanziamento della National Geographic Society e condotto dall’Università degli Studi della Tuscia, nella foresta di Monte Raschio sono stati censiti e misurati faggi e cerri da record alti fino a 45 metri, alberi estremamente rari, considerato che in tutta Europa si censiscono circa una decina di esemplari, e circostanza unica ed eccezionale considerata la posizione della faggeta vetusta depressa collocata all’estremo caldo-arido nella distribuzione del faggio.

L’accesso alle aree protette del sito UNESCO e al SIC avviene nel rispetto delle norme dettate dall’Ente parco ed è consentito agli escursionisti, mtb e cavallo, mentre è vietato ai mezzi di trasporto a motore. Per godere delle bellezze di questa faggeta è possibile seguire i seguenti itinerari.

    • Sentiero Monte Raschio CAI 175C. Dal centro del paese seguendo un facile percorso escursionistico di 8 km, è possibile arrivare alla vetta di Monte Raschio;[13]
    • Sentiero Fonte Petrella CAI 175D. Il sentiero conduce a Fonte Petrella;[14]
    • Ciclovia dei boschi. Partendo dalla stazione ferroviaria seguendo un facile percorso MTB che attraversa le faggete di Monte Raschio e Monte Termine si giunge dopo 18 km a Trevignano Romano