Convenzione per la protezione del Patrimonio Mondiale

 

A Parigi, il 16 novembre 1972 venne ratificata la Convenzione del Patrimonio Mondiale, il primo strumento internazionale ufficiale di salvaguardia del Patrimonio Mondiale, affinché possa essere trasmesso alle generazioni future, riconoscendo i beni culturali come elementi necessari e fondamentali per lo sviluppo delle società di tutto il pianeta e per il mantenimento della pace e della solidarietà. La Convenzione per il Patrimonio Mondiale istituisce la Lista del Patrimonio Mondiale (World Heritage List – WHL), l’elenco dei Beni a cui il Comitato del Patrimonio Mondiale, a cui è stato riconosciuto ufficialmente un Valore Eccezionale Universale (Outstanding Universal Value – OUV). L’UNESCO provvede all’attuazione della Convenzione per mezzo del Centro del Patrimonio Mondiale, istituito nel 1992 con sede a Parigi e del Comitato intergovernativo per il Patrimonio Mondiale (WHC) costituito dai rappresentanti di 21 Paesi membri eletti dall’Assemblea Generale.

In particolare, il compito del Comitato è quello di prendere la decisione finale sull’iscrizione dei siti nella Lista del Patrimonio Mondiale e a tale scopo ha emanato delle precise Linee guida operative (Operational Guidelines for the implementation of the World Heritage Convention), ma esso è anche incaricato di esaminare le relazioni sullo stato di conservazione dei siti iscritti, eventualmente chiedendo agli Stati di agire se i siti non sono gestiti in maniera appropriata, e di decidere sull’iscrizione o cancellazione dei siti nella Lista dei siti in pericolo. Il primo e il secondo articolo della  Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale prevedono che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come:

 

  • Patrimonio culturale (monumenti, agglomerati e siti);
  • Patrimonio naturale (monumenti naturali, formazioni geologiche e fisiografiche e le zone strettamente delimitate costituenti l’habitat di specie animali e vegetali minacciate,  i siti naturali o le zone naturali strettamente delimitate di valore universale eccezionale)

Secondo le Linee Guida Operative per l’ attuazione della Convenzione, si definiscono Patrimonio misto (culturale e naturale) i beni che corrispondono in tutto in parte a entrambe le definizioni di patrimonio culturale e naturale.

  • Dal 1992 è stato introdotto anche il concetto di Paesaggio culturale, rappresentato da “creazioni congiunte dell’ uomo e della natura”, che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’ influenza dell’ ambiente naturale e/o di fattori culturali, economici e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica.

Di particolare interesse sono i siti di carattere transnazionale, nel caso in cui i Siti del Patrimonio Mondiale siano dislocati su aree che si snodano nei territori di due o più Stati e i siti di tipo seriale, che si compongono di un insieme di Beni omogenei localizzati entro uno o più Stati. Nel Lazio, un tipico esempio di sito transnazionale è il Centro Storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella Città e San Paolo fuori le Mura. Poiché ciò che rende eccezionale il concetto di Patrimonio Mondiale è la sua applicazione universale e i beni che lo costituiscono appartengono a tutte le popolazioni del mondo, al di là dei territori nei quali esse sono collocati, per essere inseriti nella Lista i siti devono essere di eccezionale valore universale e rispondere ad almeno uno dei 10 criteri previsti nelle Linee Guida Operative.

All’ interno dei siti Unesco,  vengono individuate e distinte una Core Zone e una Buffer Zone. La Core Zone coincide con il Sito Unesco medesimo, ovvero l’ ambito territoriale iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale. La Buffer Zone è invece la zona tampone, ovvero l’ area che circonda il sito iscritto, il cui utilizzo e sviluppo è legato a restrizioni e/o vincoli complementari, con il fine di garantire un maggior livello di protezione al sito medesimo. L’UNESCO, nelle Linee Guida Operative per l’applicazione della Convenzione sul Patrimonio Mondiale (artt. 103-104 e ss.), definisce la Buffer Zone come “un’area che deve garantire un livello di protezione aggiuntiva ai beni riconosciuti patrimonio mondiale dell’umanità”. Nella versione più recente delle Linee Guida Operative (2005) l’inclusione di una buffer zone nella candidatura di un sito all’ingresso nella WHL è fortemente raccomandata, benché non obbligatoria. Sebbene la Buffer Zone non sia parte del sito iscritto, qualsiasi modifica della Buffer Zone successiva all’ iscrizione di un sito nella lista del Patrimonio Mondiale, deve essere approvata dal Comitato per il Patrimonio Mondiale, attivando la procedura per la modifica minore dei confini (Minor Boundary Modification). Nel caso di un sito transnazionale o transfrontaliero, qualsiasi modifica avrà bisogno del consenso di tutti gli Stati o soggetti coinvolti.

 

 

LA  CANDIDATURA

Per quanto concerne l’ iter di candidatura di un sito, per ottenere il riconoscimento di un Bene e la sua iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale, ciascuno stato firmatario della Convenzione deve proporre la candidatura del proprio Bene, argomentandola con documenti e ricerche e redigendo un esauriente dossier che ne comprovi il Eccezionale Valore Universale (OUV) in base ai criteri di selezione UNESCO. Il Centro del Patrimonio Mondiale (WHC) verifica la completezza del dossier, e, in caso positivo, lo sottopone al Comitato del Patrimonio Mondiale il quale si riunisce una volta all’anno per esaminare le candidature. L’assemblea del Comitato delibera poi se procedere o meno all’iscrizione del Bene nella Lista del Patrimonio Mondiale, oppure rimandare la decisione, richiedendo ulteriori informazioni, o rifiutare l’iscrizione.

Il Comitato del Patrimonio mondiale si avvale di un proprio Segretariato, il Centro del Patrimonio Mondiale istituito nel 1992, che si avvale della prestigiosa consulenza di alcuni organismi consultivi.

Per il patrimonio culturale sono coinvolti l’ICCROM (Centro internazionale di Studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali) e l’ICOMOS (Consiglio internazionale dei monumenti e dei siti). Per quello naturale è coinvolto l’IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura e delle risorse naturali).

Perché un sito sia iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale, deve presentare un eccezionale valore universale e soddisfare almeno uno dei dieci criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l’applicazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale. I criteri sono regolarmente aggiornati dal Comitato in modo da riflettere l’evoluzione del concetto stesso di Patrimonio Mondiale.

All’atto della candidatura deve essere proposta un’opportuna perimetrazione del sito, che esprima pienamente i valori del Bene.

Attualmente, i siti del Lazio iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale sono i seguenti:

 

LA LISTA PROPOSITIVA

I paesi firmatari della Convenzione possono proporre la candidatura di nuovi siti per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. A tal fine, ciascun paese deve preparare un “inventario” dei principali siti naturali e culturali che si trovano nel proprio territorio, la Lista Propositiva, che costituisce l’elenco dei beni che uno Stato membro intende iscrivere nell’arco dei successivi 5-10 anni. All’atto della richiesta di iscrizione, lo Stato membro invia al Centro del Patrimonio Mondiale il dossier di candidatura, che ne dimostri l’eccezionale valore universale e la capacità di soddisfare i criteri di selezione illustrati nelle Linee Guida per l’applicazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale. I criteri sono regolarmente aggiornati dal Comitato in modo da riflettere l’evoluzione del concetto stesso di Patrimonio Mondiale.

La prima Lista Propositiva italiana è stata inviata al Centro del Patrimonio Mondiale nel 1996 e aggiornata in modo completo nel 2006. Questa seconda Lista ha tenuto anche conto delle nuove condizioni imposte dal Centro del Patrimonio Mondiale, tese al  riconoscimento di siti provenienti da aree geografiche o culture sottorappresentate, anche attraverso restrizioni del numero di candidature che ciascun paese può presentare ogni anno.

Nella Lista Propositiva italiana (o Tentative List) attualmente vigente sono presenti i seguenti siti del Lazio:

 

 

PROTEZIONE E GESTIONE

Le condizioni di integrità e/o di autenticità dell’eccezionale valore universale di un sito, riconosciute al momento dell’iscrizione, devono essere mantenuti nel tempo e, se possibile migliorati attraverso un’accorta gestione dei beni del Patrimonio Mondiale.

Gli Stati membri devono garantire la protezione dei beni iscritti nella Lista, attraverso l’applicazione di un adeguato corpus di norme, regolamenti, misure istituzionali finalizzati alla loro conservazione e gestione, in modo tale da garantirne la salvaguardia e tutelarlo da processi di sviluppo e cambiamenti di condizione ambientali e di fruizione non sostenibili, che potrebbero diminuire l’eccezionale valore universale, l’integrità o l’autenticità del bene.

In tal senso risulta essenziale la scelta del perimetro del sito, che può coincidere con una o più aree tutelate o protette ai sensi delle normative nazionali o regionali vigenti. Ai fini di una efficace tutela del sito, va prevista anche una “zona tampone” adeguatamente protetta, che può comprendere il contesto in cui è collocato il bene candidato per l’iscrizione, paesaggi rilevanti e altre aree funzionalmente importanti di supporto al sito ed alla sua tutela.

 

MONITORAGGIO

I siti iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale sono sottoposti da parte del Centro del Patrimonio Mondiale ad un costante monitoraggio, che ha l’obiettivo di verificare la conservazione nel tempo dei valori universali eccezionali che ne hanno determinato l’iscrizione.
All’interno delle Linee Guida sono previste quattro modalità di verifica dello stato di conservazione e gestione dei siti:

  • il Rapporto Periodico, che deve essere redatto ogni sei anni per tutti i siti iscritti;
  • il Monitoraggio Reattivo, che viene effettuato di volta in volta nel caso di siti interessati da particolari situazioni di rischio;
  • il Monitoraggio Consultivo, nel caso in cui si presentino situazioni di rischio e venga richiesta agli Organismi Consultivi una verifica preventiva, prima della pronuncia del Comitato del Patrimonio Mondiale.

I siti soggetti a gravi e puntuali pericoli che possono causarne la perdita o il grave danneggiamento sono iscritti nella Lista del Patrimonio in pericolo.

ciascuno stato firmatario della Convenzione deve proporre la candidatura del proprio Bene, argomentandola con documenti e ricerche e redigendo un dossier che ne comprovi gli OUV in base ad alcuni dei criteri di selezione UNESCO. Il Centro del Patrimonio Mondiale (WHC) verifica la completezza del dossier di candidatura, e, in caso positivo, lo sottopone al Comitato del Patrimonio Mondiale il quale si riunisce una volta all’anno per esaminare le candidature. L’assemblea del Comitato delibera poi se procedere o meno all’iscrizione del Bene nella Lista del Patrimonio Mondiale.

 

Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale