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Dopo i Terremoti l’ Italia salva il suo cuore culturale

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Viaggio in Italia, attraverso la storia dei suoi terremoti, nelle “zone rosse” del Bel Paese, per salvare il suo cuore culturale. Geografie e storie del doposisma, come quelle raccontate dal film “Arte per rinascere”, prodotto da Clipper Media, che lo scorso anno, ha ottenuto il patrocinio del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo o il più recente documentario “Nachbeben – Italien rettet sein kulturelles Herz” (Dopo i terremoti – L’ Italia salva il suo cuore culturale), prodotto dalla Tv nazionale tedesca ARD e realizzato dalla giornalista e regista, Stefanie Appel per il canale franco-tedesco Arte, che offre un osservatorio privilegiato dell’ Italia del doposisma, con particolare attenzione all’ Aquila a dieci anni di distanza dal terremoto del 2009 e ai comuni di Amatrice, Accumoli e Norcia colpiti dal sisma del 24 agosto 2016. Tra corsie di depositi speciali e metafisiche architetture di ponteggi, il lungometraggio racconta il paziente processo di ricostruzione, che tuttora coinvolge i Segretariati Regionali del Mibact, sedi delle Unità di Crisi, ricadenti nei territori interessati dell’Italia Centrale e tutte le varie strutture ministeriali deputate alla tutela e al restauro del patrimonio culturale. Tutto ciò anche grazie al sostegno dell’Unione Europea e al progetto Art Bonus per il Terremoto, che ha esteso il credito d’ imposta anche alle erogazioni liberali per interventi conservativi sui beni culturali presenti nei luoghi del sisma.

Per iniziativa del Segretariato Generale, il documentario è stato presentato ufficialmente il 20 gennaio scorso presso la Casa del CinemaSala Deluxe a Roma. A moderare l’evento, l’Arch. Antonia Pasqua Recchia, Consigliere del Ministro per la Ricostruzione post-sisma, già Segretario Generale Mibact e la Dott.ssa Stefanie Appel. Il documentario è il resoconto di un dramma non solo per la popolazione, ma anche per l’immenso patrimonio artistico, delle operazioni di recupero degli edifici storici e delle opere d’ arte ad Amatrice, Accumoli e in altre zone dell’Italia Centrale e di come individuare e salvare un’opera dalle macerie o colmare le lacune di colore di una statua senza danneggiarla ulteriormente sia un’operazione oltremodo delicata.  E così la facciata della Basilica di S. Benedetto a Norcia tuttora resiste protetta da un’impalcatura, lì dove proprio il parziale crollo ha restituito un ignoto dipinto del ‘400; ad Amatrice, un tempo nota come la zona delle cento chiese, gli affreschi del Santuario dell’Icona Passatora sono stati trasportati in un luogo sicuro fino ad arrivare al Museo Civico “Cola Filotesio”, già Chiesa di Sant’Emidio – per tragica ironia protettore dai terremoti -, che è stato interessato da lavori di messa in sicurezza della Torre Urbica.

Solo nel territorio attorno ad Amatrice sono stati messi in sicurezza 950 edifici storici e oltre 3000 beni mobili sono stati ricoverati in alcuni depositi appositamente costituiti dall’Unità di Crisi e Coordinamento Regionale del Lazio. Come ha spiegato l’arch. Cristina Collettini dell’Ufficio Tecnico di Coordinamento dell’UCCR MIBACT Lazio, l’intervento in uno di questi cantieri, come la Basilica di S. Francesco ad Amatrice mira soprattutto a ricostituire il legame tra le varie parti superstiti del monumento attraverso un sistema speciale di tirantature tra l’abside e la navata centrale. A fronte di tanti ingenti danni, ci sono luoghi rimasti intatti, come il Monastero benedettino di Subiaco, lontano dall’ epicentro del sisma, per il quale il Ministero ha comunque stanziato fondi per la messa in sicurezza. O le migliaia di frammenti catalogati di affreschi e dipinti miracolosamente ricomposti grazie al lavoro quasi chirurgico di tecnici e restauratori.  Dipinti devozionali di notevole ricchezza, che non sempre è stato facile rimuovere dai luoghi del sisma per il necessario restauro anche a causa dell’attaccamento straordinario della comunità ai propri beni mobili.

Alla proiezione del documentario ha fatto seguito un dibattito dal titolo “L’ attività del Mibact per la messa in sicurezza e il recupero del patrimonio culturale nel territorio colpito dal sisma del Centro Italia” con gli interventi previsti della Dott.ssa Daniela Porro (Soprintendente S.S.A.B.A.P. per il Comune di Roma, già Segretario Regionale e Coordinatore dell’ UCCR Lazio) e del Dott. Leonardo Nardella (Segretario Regionale e Coordinatore dell’ UCCR Lazio), entrambi coinvolti nella gestione dell’ emergenza ad Amatrice e Accumoli; l’ Arch. Corrado Azzolini (Segretario Regionale ad interim e Coordinatore dell’ UCCR Marche), l’ Arch. Stefano D’Amico (Segretario Regionale e Coordinatore dell’ UCCR Abruzzo), la Dott.ssa Marica Mercalli (Soprintendente S.A.B.A.P. dell’ Umbria) e l’ Ing. Paolo Iannelli (Soprintendente Speciale per le aree colpite dal sisma del 24 agosto 2016). Il dibattito ha offerto un’importante occasione di confronto per riflettere sugli esiti delle politiche culturali di ricostruzione anche alla luce delle opportunità offerte dalla tecnologia in fase emergenziale e delle necessarie operazioni di gestione delle macerie secondo la direttiva ministeriale del 15/09/2016 e le successive linee d’ indirizzo per la ricostruzione del patrimonio. E non meno importante: su come l’Arte possa mantenere in vita l’identità dei luoghi e delle persone indipendentemente da quello che accade.